Patrimonio culturale da Salvare
La situazione della chiesa dei SS. Sergio e Bacco (Kuçuk Ayasofya Camii) a Istanbul Una
delle più importanti chiese bizantine dell’antica Costantinopoli
(trasformata in moschea) corre il rischio di crollare . Danneggiata
dal terremoto del 1999 e lesionata come risulta dalle foto nella volta
è sottoposta alle continue vibrazioni del treno per Istanbul
che passa proprio accanto al monumento. Anche se sembra che i restauri
siano stati decisi , per motivi che non conosciamo non sono ancora iniziati.
Il pericolo è grande anche per i fedeli islamici che la frequentano
quotidianamente, ma sembra che questo poco interessi le autorità
Facciamo quindi appello a tutti gli studiosi, gli amanti dell’arte
e le autorità nazionali e internazionali preposte perché
si intervenga subito evitando un danno gravissimo al patrimonio culturale
mondiale. |
Appoggia la battaglia per salvare Diolco
L' Antico Diolco - Petizione internazionale per la salvezza
Un importante monumento antico, il famoso Diolco, tramite il quale navi venivano
trasportate per terra da una parte alla altra dell' Istmo di Corinto in Grecia,
si trova attualmente in stato di rovina nella sua parte iniziale.
La costruzione, che risale intorno al 600 a.C., fu rivelata negli scavi attuati
dal 1956 al 1962 ma da allora non fu mai protetta dall' erosione dovuta alle
onde e alla scia di ogni nave che attraversa il Canale di Corinto.
Negli ultimi anni, i preparativi per un futuro studio di restauro, gia' in
considerevole ritardo, erano presentati come l' unica "cura" per
il monumento gravemente ferito, mentre veniva rifiutato qualsiasi intervento
di salvataggio!
Per evitare l' ulteriore distruzione, e' stata creata una petizione indirizzata
al Primo Ministro greco, invitandolo a porre fine agli atteggiamenti che hanno
favorito la demolizione del monumento, proseguendo senza indugi al salvaguardo
e al restauro.
La notifica dello stato penoso del Diolco alla comunita' internazionale, a
contribuito a che la Direzione per il Restauro dei Monumenti Antichi del Ministeto
di Cultura greco si sia recentemente mossa a favore del monumento.
Un primo atto di rispetto, all' inizio di marzo, e' stato quello di sorreggere
due punti del fronte della erosione dove le pietre antiche avevano perso quasi
completamente il loro substrato.
Nonostante cio', l' erosione continua su un fronte molto ampio, mentre il
travaglio della parte del monumento gia' in acqua e' continuo.
Prestiamo la nostra voce al monumento! Vi invitiamo a firmare l' appello che
si trova sul sito
http://www.thepetitionsite.com/takeaction/870477005
Possiamo salvare il Diolco.
http://www.greece.org:8080/opencms/opencms/HEC_Projects/DIOLKOS/
P.S. Il modulo elettrronico del sito contiene un paio di
domande statistiche a cui non e' necessario rispondere. Non dimenticate di
cliccare sull' "add my signature" dopo il preview,
per confermare la vostra firma!
Il nome di Montefortino
è conosciuto a livello internazionale in tutto il mondo archeologico
perché c'è un elmo, detto appunto «elmo tipo Montefortino»,
che fu ritrovato in questo paesino durante l'aratura di un appezzamento agricolo.
La sua storia è molto antica e risale al tempo dei Galli Senoni, che
si erano stabiliti fra questi colli dell' Appennino Marchigiano e dei quali
è stata trovata una necropoli e una fonte sacra. Dell'intero territorio
gallico, Montefortino era probabilmente il baluardo celtico più meridionale,
al confine con gli Etruschi e i Piceni.
L'intervento umano è sempre stato rispettoso dell'ambiente ma in tempi
recenti la Provincia di Ancona ha inserito la zona nel P.P.A.E. (piano provinciale
attività estrattive) approvando un piano di sfruttamento intensivo di
una risorsa locale: la pietra delle montagne circostanti, una particolare pietra
chiamata «scaglia bianca e rossa». Secondo questo piano di sfruttamento,
il territorio del Monte Sant'Angelo (a ridosso della necropoli) è stato
dichiarato bacino estrattivo e se non si farà qualcosa per impedirne
lo scempio, in brevissimo tempo questo magnifico territorio diventerà
una cava all'aperto, l'ambiente naturale verrà distrutto e con esso verranno
distrutte la tranquillità dei suoi abitanti e una memoria storica che
ancora attende di essere conosciuta e riconosciuta. Che ne sarà quando
centinaia di camion percorreranno le stradine di Montefortino, quando scavatori
e ruspe bucheranno a destra e manca, in un'area così poco esplorata archeologicamente?
Cerchiamo qualche amico disposto a combattere questa piccola grande battaglia,
esiste on line una petizione che, se portata avanti e pubblicizzata da ognuno,
potrebbe salvare il sito
http://www.trigallia.com/montefortino/petizione.asp